Oggi è la mia festa e quindi dico quello che voglio.
Ultimamente mi faccio sentire abbastanza spesso, ma niente: a voi servono le spiegazioni, perché siete piccoli, di dimensioni e anche di cervello. Guardali qua i grandi uomini, i padroni del mondo. Ma padroni di cosa, che non siete buoni nemmeno a lasciar pulito dove mangiate: le bestie sono meglio di voi, e infatti alle bestie non bisogna spiegare, loro sanno, capiscono.
Vorrei potervi dire che mi dispiace per voi, per le volte che vi ho fatti sentire impotenti, disarmati (lo ammettete anche voi, no?). Macché, non mi dispiace per niente: a voi queste cose qui servono, in un certo senso lo faccio per voi, ché non vi montiate ulteriormente la testa. La testa bisogna tenerla sulle spalle, i voli pindarici lo sanno tutti dove portano, ma voi niente: ‘sta roba qua mica la capite, e avanti a fare i conti senza l’oste.
Ecco, ve lo dico una volta per tutte: non ci siete solo voi. E io ho cose più grosse di cui occuparmi, cose che c’erano prima di voi e ci saranno dopo, vuoi vedere che adesso mi tocca farmi dei riguardi perché voi non vi sapete comportare!
La nuvola, ve lo dico, non son mica sicura che la finisco qua. Ci sto pensando e comunque non è per ripicca, anche se (confesso) mi sono divertita a guardarvi, presi dal panico che neanche un formicaio preso in pieno da una pisciata di cane, e siccome adesso voi state ridendo del paragone vi assicuro che una pisciata dentro al formicaio non è cosa da poco. Alzi la mano chi ci ha mai pensato. Figurarsi: voi di quello che vi capita intorno neanche vi accorgete. Vi accorgete solo di quello che sconvolge i vostri piani.
Ecco, i piani. Andate pure avanti, a fare i vostri piani. Poi però non vi lamentate, ché io vi avevo avvertiti. Non. Ci. Siete. Solo. Voi.
Ah, e vi ringrazio per il contentino che mi date, a dedicarmi una festa, una festa di un giorno, ma non crediate che basti così poco per tenermi buona. E ci siamo capiti.