quasi tutte cose che so per sentito dire perché mi intendo pochissimo di amanti

Nel momento della passione, si sa, ognuno si comporta a modo suo e, purché si sia contenti entrambi, va tutto bene.

Ce n’è per tutti i gusti:  partner inutilmente chiacchieroni e altri esageratamente muti. Certi così rumorosi da farti vergognare con i vicini e altri silenziosi che ogni tanto devi controllare se stanno dormendo. I fantasticatori che si vivono tutto un loro film nella testa mentre gli stai facendo delle cose e quelli che guai a perdere la concentrazione un secondo da quello che si sta vivendo lì per lì. Quelli iperattivi e gli altri, che amano prendersi il gusto senza la fatica. Gli instancabili, i pigri, i promettitori, gli intransigenti, gli sperimentatori, gli abitudinari, gli schizzinosi, gli impavidi, i seriosi e quelli che giocano.

Le parole, uno in quei momenti chissà come le sceglie. Le sceglie o vengono un po’ come vogliono? A qualcuno piacciono le parole sconce, gli ordini perentori, la violenza verbale in sostituzione o in associazione a quella fisica. Altri amano le parole dolci, le frasi d’amore, la tenerezza al limite del mieloso.
Poi c’è mio marito, né zuccheroso né aggressivo, che sa scegliere sempre le attenzioni giuste al momento giusto, e adeguare le parole alla situazione. Voi neghereste qualcosa ad un amante che durante un amplesso vi sussurri, con spontanea dolcezza e tuttavia anche maschia convinzione, come si conviene ad un uomo deciso ma delicato: “Ti prego non dimagrire”?