Ieri a un certo punto ho fatto un esperimento. Ho fatto finta di non conoscermi e sono andata a leggere il mio blog.
Io ci sono blog che leggo perché sono scritti bene, certi perché dicono delle cose che mi fanno ridere, altri perché mi incuriosiscono le persone che ci scrivono, che vorrei conoscere meglio. Alcuni addirittura perché raccontano cose bellissime scritte da dio da persone che mi piacciono un sacco, e quello è sempre un regalo.
Sinceramente, trovo che il mio blog faccia schifo: non è scritto abbastanza bene da rendere interessanti racconti di per sé banali; non è abbastanza avvincente da attirare indulgenze per quanto riguarda le rozzezze narrative. Io, poi, come persona, sono di una normalità quasi imbarazzante e non so davvero cosa si potrebbe trovare di curioso nelle elucubrazioni sulla mia vita. Insomma non direi che mi piaccio un sacco.
Eppure, tornando in me, non ho potuto che constatare che quella è l’unica maniera in cui potrei scriverlo, il blog. E che quelle cose lì sono le sole di cui possa parlare.
Non so se essere apprezzata, per una ragione o per l’altra, da voi che (più numerosi del previsto) passate per di qua sia fondamentale oppure no. Però credo che ricevere un complimento sia sempre bello, anche quando non pensi di meritartelo, e io il vostro passaggio e il vostro ritorno lo prendo sempre come un complimento. Tipo: quello che hai scritto oggi mi piace oppure quello che hai scritto oggi è una cazzata ma mi stai anche simpatica per questo oppure quello che scrivi è quasi sempre idiota ma ti leggo perché ti amo.
Però ecco: non ve lo chiedo, perché ci siete. Questa pippa qui me la son fatta tutta da sola.