La scrittura, trovo che sia un po’ come il sesso: la ragione principale per farlo è il piacere personale prima ancora che quello altrui (lo so, sono egoista) e invece capita anche, qualche volta, per abitudine o per senso del dovere.
Io da qualche giorno non ho più il mio netbook, che era il mio cordone ombelicale con la rete.
In casa per la verità ci sono due computer: un notebook figo, che però è dello Splendido, e una ciofeca che va a manovella, che è dei bambini. Io li posso usare, quando mi serve, ma non è come avere il Piccoletto di fianco, acceso giorno e notte (si fa per dire: io di notte dormo), solo mio, con le mie password memorizzate ché tanto nessuno oltre a me lo usa, con il plin plon della posta in arrivo.
Lo Splendido mi ha detto dài che ne prendiamo un altro; io sto temporeggiando e lo so che sembra incomprensibile, ma è per via del desiderio.
Io, quando non avevo il Piccoletto giravo con un taccuino in borsa, e guai a dimenticarlo a casa. Magari non avevo accesso a un pc per ore o per giorni e la scrittura era necessaria e improcrastinabile. Nel taccuino ci finiva un po’ di tutto: frasi finite, parole solitarie, pezzi interi con un capo e una coda, che restavano in attesa prima di finire in un post, in una mail o in una lettera d’amore.
Questa abitudine bella l’ho persa, con la comodità di una tastiera sempra a portata di mano. E sarà per via del fatto che sono una tipa all’antica, ma quel desiderio lì, impellente, di scrittura, lo voglio di nuovo. Voglio la penna che scorre sulla carta: una penna così e una carta colà, non penna e carta tout court. Voglio guardare i segni, voglio che la scrittura sia bella da vedere prima che da leggere, perché se è brutta da vedere sarà brutta anche da leggere; voglio il peso del quadernino nella borsa a ricordarmi che quello che incontro lo posso immortalare con l’inchiostro, liquido e tiepido che pare sangue tra le dita.
Io il desiderio spesso me lo perdo per strada, per pigrizia o per abitudine, e lo devo cercare nelle tasche nascoste, come quando scopri che fai l’amore ancora prima di sentirne il bisogno vero e vuoi tornare a ricordarti la necessità e la smania.