governo ladro, ad avercelo

Piove, poi smette, poi piove, poi ripiove, poi rismette, poi piove sul ripiovuto.

La primavera quest’anno è timida, ma mi aspetto che, appena questo strano strascico d’inverno sarà passato, lei (la primavera) non potrà fare a meno di esplodere come una bomba lasciando stupefatti giardinieri professionisti, orticultori dilettanti, tagliatori d’erbe della domenica.
Saremo sorpresi da rampicanti rampanti, tappeti erbosi impenetrabili, fioriture travolgenti, maturazioni fulminee.
L’umanità, minacciata dalla straripante vitalità della natura dovrà reagire per non essere sopraffatta e magari divorata da piante inaspettatamente onnivore o inghiottita dalla terra bisognosa di continuo nutrimento. Si dovrà correre ai ripari e raccogliere, cimare, diradare, spostare, potare.

Per due o tre settimane sarà tutto prepotentemente irresistibile, ci spoglieremo felici di felpe e maglioni ma subito dopo cominceremo a lamentarci del caldo e della siccità e della sovrabbondanza, ci abitueremo in fretta alla bellezza dei pomodori maturati al sole e avremo voglia di mandarini, cappotto di lana e broccolo fiolaro.

Sempre la stessa storia: incontentabili.

la domenica perfetta

Cominciare la giornata leggendo di basilico e menta ma svegliarsi del tutto al profumo di pane e caffè.
In attesa degli amici saturare la casa di coriandolo e cumino, in giardino erba tagliata e luce e aria da primavera matura.
Cioccolato e pistacchi a saziare la lingua e insonnolire gli occhi; pelle al sole e mani a cercare carezze di finocchietto e rosmarino.
La sera, forse, saprà di aglio e limone.

in corpo otto

La primavera non è affatto una piccola cosa, e secondo me assomiglia all’amore.

Io ogni giorno la sento un po’ più forte, nell’odore dell’erba la mattina; nel tepore dell’aria la sera; nel movimento silenzioso della terra.

Mi sento come una letterina in minuscolo, senza grazie, in corpo otto, vicino alla primavera che invece è un capolettera miniato in rosso, blu e oro.