di baci e altre amenità

Parco Querini ultimamente è diventato una specie di zoo. Oltre alle anatre, oche, nutrie, tartarughe che lo popolano da sempre, da qualche tempo (non so quanto perché io erano anni che non lo frequentavo seriamente) si è riempito di galli, galline, pulcini e soprattutto conigli. Conigli di tutti i colori, misure, lunghezze di orecchie e pelo.

Oggi ne ho visti due, bianchi con le orecchie nere: ho deciso subito che la piccola era femmina e il grande maschio, lei poi aveva proprio l’aria da coniglia, certe cose tra donne le capiamo al volo.
I due se ne stavano vicini sotto un albero, lei si faceva ciucciare le orecchie con l’aria ispirata, ma quando lui le scivolava dietro di soppiatto lei subito faceva due saltelli avanti per allontanarsi. La cosa si è ripetuta più volte: ciucciamento di orecchie, strofinatina, cambio di posizione e fuga di lei. A un certo punto ho avuto la netta sensazione che lui fosse stufo di preliminari e di orecchie ma che dovesse dimostrarle la serietà delle sue intenzioni.
Una o due volte l’approccio amoroso del baldo giovine è stato anche interrotto dall’intervento di un terzo coniglio, un impavido dalle orecchie lunghe, che evidentemente nutriva un interesse nei confronti della piccola ritrosa. Durante i battibecchi tra i due pretendenti lei riprendeva pacifica a brucare l’erba come se il caso non fosse suo.

Non so come sia andata a finire perché ho dovuto allontanarmi. Mi piacerebbe immaginare una storia d’amore a lieto fine anche se, chissà perché, ho il sospetto che sia lo scaltro dalle orecchie lunghe che ci ha guadagnato, alla fine dei giochi.
In ogni caso quello che ho imparato oggi sul comportamento dei conigli è che se uno ti piace un po’ ma non ti vuoi impegnare seriamente, intanto a farti ciucciare le orecchie non ci perdi niente: tanto vale approfittarne.

as time goes by

Per strada guardo la gente che si bacia. Lo so che sarebbe opportuno girare la testa, far finta di niente, ma a me la gente che si bacia piace e quindi la guardo.

La gente si bacia soprattutto fuori dagli uffici, fuori dalle scuole e sulle panchine dei giardini pubblici, ma anche spesso nelle piazze e più raramente sulle vie pedonali.

Ieri ho visto due che si baciavano alla fermata dell’autobus: si baciavano in un modo bellissimo perché erano molto giovani e solo i giovani si baciano così, in pubblico.
Lui era alto e stringeva la ragazza non solo con le braccia ma con tutto il corpo, la avvolgeva a proteggere il bacio come solo gli adolescenti sanno fare.
Mi son chiesta come mai da adulti quella cosa lì non si fa più, o almeno si fa così di rado che io, di baci adulti per strada di quel tipo lì, non ne vedo mai.
Ché non è, certamente, mancanza di passione, quella che mettono gli adulti nei baci in pubblico, piuttosto mancanza di abbandono totale, consapevolezza del mondo circostante: come se da grande l’amore non ti facesse più perdere del tutto la testa.

(Che peccato, però)

peccato

Quando aveva alzato le braccia per allacciarsi al collo di lui, la maglietta le si era sollevata appena, scoprendo il lembo di pelle sopra la cintura. Il ragazzo per istinto aveva appoggiato la mano proprio in quel punto, con una pressione lieve e timida, e poi l’aveva lasciata lì tutto il tempo del bacio, le dita incerte se parlare o tacere.
Lei poi ci aveva pensato tutta la notte, alla mano, che le era sembrata la cosa più importante di quel bacio; e aveva continuato a pensarci per settimane, per via di quel dettaglio che aveva reso il bacio diverso da tutti i baci venuti prima e anche, ne era certa, di quelli che sarebbero venuti dopo.

Poi era successo che durante un altro bacio con un altro ragazzo c’era stata un’altra mano proprio sotto la nuca, e l’anulare e il mignolo a sfiorare piano il collo, e allora il dettaglio della mano nel punto della maglietta aveva perso la sua rilevanza, e il ricordo era di colpo sbiadito e lei non ci aveva pensato più.

ancora oggi a pensarci mi si strizza il cuore

I bambini iniziano presto a baciare. Mio nipote a dieci mesi sbaciucchia con intenzione quelli che ama, e mi ricordo i miei figli, con quelle labbra bavosette che si avvicinavano alla mia bocca (i bambini non baciano sulla guancia fino a quando non glielo insegnano, secondo me) e ancora non sapevano fare il gesto, ma la bocca aperta era già un bacio, non so se per istinto o per imitazione.

Quindi ti abitui presto, ai baci dei bambini, ché un po’ li baci tu e un po’ ti baciano loro, tutti i giorni, da subito.

Io però oggi pensavo al primo momento in cui ho avuto un moto di felicità che ho sentito esplodere in modo quasi rumoroso nelle orecchie, da quanto forte e improvviso e inatteso. Mi ricordo il pianerottolo appena fuori dalla nostra porta, io in ginocchio che aggiustavo la giacca a Riccardo, lui che si lasciava fare, contento della passeggiata imminente. Avrà avuto io credo un anno e mezzo, sì e no. E lì davanti alla porta, quel giorno, il suo primo abbraccio: non le braccia che si aggrappano ma le braccia che stringono, e la manina che accarezza e batte piano la spalla.
Una cosa che non si può immaginare, la bellezza.

comunque son sicura che c’era un dislivello

Ci sono alcuni baci, nella vita, che uno si ricorda; un po’ se li ricorda e un po’ è il ricordo che si è impossessato dei baci e quindi non so, se siano veri, quei baci, o se siano dei baci normali che sono diventati così unici per via della magia dei ricordi.

Io uno di quei baci mi ricordo che era buio e che si camminava al freddo, di notte, abbracciati, ma abbracciati come gli amici, solo un po’ di più. E la strada, mi ricordo, era in salita, oppure in discesa, o forse era in discesa all’andata e in salita al ritorno, non so più. Che poi il ritorno io non me lo ricordo, il ritorno: mi ricordo l’andata, un nove marzo, di notte, al freddo. Che stavamo in fondo alla fila, gli altri davanti ma non credo di proposito. Per caso, sembrava a me.

E camminando a un certo punto è spuntato questo bacio, chissà da dove, siamo andati avanti per anni a rimpallarci la responsabilità di quel bacio da cui poi è iniziato tutto, per anni a dirci che cercavamo un bacio su una guancia ma alla fine, anche se era stato per caso, il bacio di bocca e di lingua ci era piaciuto a tutti e due e io infatti la discesa o la salita del ritorno non me la ricordo, perché a me i baci spesso fanno questo effetto, che poi non capisco più niente.