Parco Querini ultimamente è diventato una specie di zoo. Oltre alle anatre, oche, nutrie, tartarughe che lo popolano da sempre, da qualche tempo (non so quanto perché io erano anni che non lo frequentavo seriamente) si è riempito di galli, galline, pulcini e soprattutto conigli. Conigli di tutti i colori, misure, lunghezze di orecchie e pelo.
Oggi ne ho visti due, bianchi con le orecchie nere: ho deciso subito che la piccola era femmina e il grande maschio, lei poi aveva proprio l’aria da coniglia, certe cose tra donne le capiamo al volo.
I due se ne stavano vicini sotto un albero, lei si faceva ciucciare le orecchie con l’aria ispirata, ma quando lui le scivolava dietro di soppiatto lei subito faceva due saltelli avanti per allontanarsi. La cosa si è ripetuta più volte: ciucciamento di orecchie, strofinatina, cambio di posizione e fuga di lei. A un certo punto ho avuto la netta sensazione che lui fosse stufo di preliminari e di orecchie ma che dovesse dimostrarle la serietà delle sue intenzioni.
Una o due volte l’approccio amoroso del baldo giovine è stato anche interrotto dall’intervento di un terzo coniglio, un impavido dalle orecchie lunghe, che evidentemente nutriva un interesse nei confronti della piccola ritrosa. Durante i battibecchi tra i due pretendenti lei riprendeva pacifica a brucare l’erba come se il caso non fosse suo.
Non so come sia andata a finire perché ho dovuto allontanarmi. Mi piacerebbe immaginare una storia d’amore a lieto fine anche se, chissà perché, ho il sospetto che sia lo scaltro dalle orecchie lunghe che ci ha guadagnato, alla fine dei giochi.
In ogni caso quello che ho imparato oggi sul comportamento dei conigli è che se uno ti piace un po’ ma non ti vuoi impegnare seriamente, intanto a farti ciucciare le orecchie non ci perdi niente: tanto vale approfittarne.