Stamattina sono stata alla sede dell’AIDO della mia città per consegnare un foglio. Non era l’iscrizione perché io sono iscritta all’AIDO già da un sacco di tempo, da quando ero minorenne, infatti ho dovuto portare la conferma di iscrizione così loro son sicuri che se muoio (“se” nel senso di “quando”) io ero d’accordo per il mio riciclaggio e non ci son storie.
In effetti mi sono iscritta che ero parecchio minorenne, avrò avuto 12 o 13 anni (ma la sparo a caso, in realtà non me lo ricordo per niente): so che ho la tessera numero 11628 e che oggi, in Veneto, siamo arrivati a 198287 iscritti, quindi ne è passato, di tempo.
Ho pensato che non mi fa nessun effetto prendere delle decisioni che riguardano la mia morte o anzi sì, mi fa l’effetto di sentirmi più serena.
Poi l’idea di essere riciclata non mi dispiace affatto: sono anche certa che uno o due organi in meno siano irrilevanti sia ai fini di una possibile reincarnazione (se puoi diventare quadrupede o insetto o serpente e nessuno ti conta il numero di zampe da una volta all’altra penso che anche un cuore o un fegato te li danno nuovi ogni volta) che della tanto promessa resurrezione dei morti (sarebbe gran sfiga se uno in vita avesse perso qualche pezzo per un incidente e gli toccasse rivivere mutilato per l’eternità. Nessun dio prometterebbe cose del genere).
Quindi, qualunque siano le vostre aspettative per l’aldilà, pensateci: non siate gelosi dei vostri pezzi, una volta che non vi servono più.
(campagna promozionale spontanea rivolta a grandi e piccini, atei e non, generosi un po’)