di come l’incauto zelo di una madre può portare il giovine a una spirale di tossicodipendenza

In giovane età, prima di sviluppare questa idiosincrasia per la chimica che mi fa guardare con sospetto qualunque prodotto esca da una casa farmaceutica, per farmi passare il mal di testa credo di essermi impasticcata con qualunque cosa, spesso sotto controllo medico ma qualche volta anche no, tipo quella volta in cui a mia madre è venuta la brillante idea di passarmi una delle sue compresse miracolose che si faceva spacciare direttamente dalla Germania (tra tossici usa).

Non ricordo se abbia funzionato per la cefalea, occupata com’ero a studiarne l’effetto allucinogeno: era un po’ come camminare a trenta centimetri da terra; neanche male come esperienza.
Mia madre ha sempre negato che il mio stato potesse dipendere dalle pasticche, che lei prendeva regolarmente senza problemi. Poi però mia cugina che è psichiatra e di roba psicotropa se ne intende abbastanza mi ha detto che quel farmaco lo facevano con la segale cornuta.

Poi si stupiscono che una diventa omeopatica.

soffrire meno, soffrire tutti

So che questo tentativo di ristabilire un’equità cosmica verrà colto da molti sfavorevolmente: la giustizia, ahimé, di frequente scontenta qualcuno. Del resto oggi come non mai questo sfogo si rende necessario e comunque mi conforta il pensiero che, al di là degli strali che certamente sto per attirare, ci sarà uno sparuto gruppo di anime che saluterà la mia idea rivoluzionaria con entusiasmo.

Non riesco a mandar giù il fatto che ancora oggi esistano persone (ne conosco alcune) che ammettono, non senza vergogna, di non sapere cosa sia il mal di testa: siamo al limite dell’incostituzionalità. Per ovviare a questo gap culturale dovuto al fatto che la cefalea, di qualunque natura sia – primaria o secondaria, tensiva, trafittiva o a grappolo, emicrania, nevralgia del trigemino; dovuta ad attività fisica, intellettuale o sessuale – non è spartita in modo corretto tra la popolazione mondiale, propongo d’ora in avanti una distribuzione più omogenea.

Da oggi ogni soggetto cefalalgico si priverà spontaneamente, gratuitamente e a beneficio della comunità di una percentuale di mal di testa pari a un terzo di quello di cui normalmente dispone, per consentire a tutti di sperimentare quello che è un momento fondamentale  per la comprensione empatica delle sofferenze dell’umanità.