Io avrei cominciato a metter via parole, a mano a mano che arrivavano, spontanee. Volevo conservarle in una scatolina, un salvadanaio, una borsina di tela, solo che poi mi son scordata di raccoglierle, a mano a mano che arrivavano, e le ho lasciate ripartire senza rimpianto.
Son rimasta a corto di una lingua che descrive ma ci ho guadagnato di vivere giornate piene e gioiose, che a ricordarle le parole sono di troppo, a doverle raccontare sarebbero comunque poche.
Con quale lingua parliamo di noi stessi? Che lingua usiamo quando proviamo a descrivere il mondo della nostra vita quotidiana?
secondo me le parole spontanee, preziose o quotidiane non ti abbandonano neanche se le cacci o te le scordi.. ce le hai appiccicate addosso cara mia.
hai detto tutto con la categoria del post (secondo me)
🙂
Haaaar! Chiara, gli Ads di Google sotto al tuo pezzo mi segnalano… “Trattamento della dislessia” e “Cura delle balbuzie”. Per una che non trova le parole è il massimo.
@matteo: 😆
Navigavo con Tag surfer, e sotto il tag gioia ecco che ti trovo una vecchia amica: secondo me porta bene!
Auguroni a tutta la tribù degli splendidi!
la tribù ringrazia e ricambia